martedì 21 agosto 2012

Santuario Santa Maria delle Grazie (Montefiascone)

Il santuario sorge nell’abitato di Montefiascone, poco lungi dalla basilica di San Flaviano. Le prime notizie documentarie ne attestano l’esistenza sin dal 1333, epoca in cui le fu annesso un’ospedale sotto l’invocazione della Vergine delle Grazie che per quasi due secoli operò nell’ambito dell’assistenza ai bisognosi.
Nel 1492, grazie all’intervento della Comunità, il complesso, da quasi un trentennio affidato alle cure dei Padri Serviti, stante le precarie condizioni di stabilità fu integralmente ricostruito. Il nuovo edificio, opera dell’architetto Michele Sanmicheli all’epoca impegnato anche nella costruzione della Cattedrale di Santa Margherita, fu terminato nel 1510; l’impianto a croce latina e copertura a crociera, presentava una cupola a lanterna demolita nel 1579 a causa di gravi problemi di staticità. Nel 1695 anche la facciata, ormai pericolante, venne demolita e l’edificio subì diversi stravolgimenti che compromisero l’originario progetto del Sanmicheli.
Il complesso oggi è a navata unica, con aula di ridotte dimensioni sui muri della quale sono visibili gli affreschi coevi alla originaria ricostruzione . Il trecentesco affresco della Madonna delle Grazie, nel corso di un restauro del complesso eseguito nel 1906, fu dotato di una corona d’oro ornata di gemme. Le solennità si celebrano la prima domenica di giugno con processione degli abitanti del paese che si recano al santuario a venerare la sacra immagine.























sabato 21 luglio 2012

domenica 24 giugno 2012


CIVITA DI BAGNOREGGIO



Situata in posizione isolata, è raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale in cemento armato costruito nel 1965[1]. Il ponte può essere percorso soltanto a piedi, ma recentemente il comune di Bagnoregio, venendo incontro alle esigenze di chi vive e/o lavora in questo luogo, ha emesso una circolare in cui dichiara che, in determinati orari, residenti e persone autorizzate possono attraversare il ponte a bordo di cicli e motocicli. La causa del suo isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi e che continua ancora oggi, rischiando di far scomparire la frazione, per questo chiamata anche "la città che muore" o, più raramente, "il paese che muore".
La frazione è attualmente abitata da sei persone.
 
All'interno del borgo rimangono varie case medievali, la chiesa di San Donato, che si affaccia sulla piazza principale e dove al suo interno è custodito il S.S. Crocefisso ligneo, il Palazzo Vescovile, un mulino del XVI secolo, la casa natale di San Bonaventura e la porta di Santa Maria, con due leoni che tengono tra le zampe una testa umana, a ricordo di una rivolta popolare degli abitanti di Civita contro la famiglia orvietana dei Monaldeschi.
Nel 2005 i Calanchi di Civita di Bagnoregio sono stati proposti come sito di interesse comunitario[2].